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La
novità Parisi Cosa manca davvero alla
politica italiana Nel
1994 con lo scioglimento dei principali partiti politici, l’Italia ha dato
prova di una certa fantasia. Berlusconi ne è stato un esempio evidente
riunendo intorno a se dai postfascisti alla lega, dai socialisti ai liberali,
ai cattolici ed altrettanto ha fatto il partito democratico nel 2008, facendo
confluire nella medesima formazione ex comunisti e cattolici che si erano
combattuti per decenni. Infine Grillo con il movimento 5 stelle. Il limite di
ognuna delle soluzioni tentate è stato dato dal contesto politico europeo.
Forza Italia ha dovuto aderire al Partito popolare, il Pd a quello
socialista, i 5 stelle ancora devono stabilire una loro precisa identità.
Resta il fatto che nessuno di questi soggetti possa essere sicuro di non
dover affrontare un nuovo processo di ridefinizione; la base politica e
storica che li caratterizza è per lo meno fragile. Sotto questo profilo,
l’iniziativa di Parisi ha grandi meriti dal punto di vista programmatico, con
il limite di voler riunire tutti i soggetti che al centro destra hanno
appartenuto e oggi appaiono divisi. Sul piano dei contenuti, per noi
repubblicani è facile ritrovarsi nei temi sviluppati da Parisi, che danno una
visione programmatica della soluzione dei problemi del paese. Ma sul piano
politico c’è invece una grande incertezza. Parisi sembrerebbe credere ancora
nella possibilità di un’Italia bipolare, quando in verità, stiamo per
renderci conto di quante anime diverse compongono la vita politica italiana e
di come il tentativo di irrigidirle in soli due schieramenti sia fallito. Se
Parisi si rendesse conto di questo fallimento egli dovrebbe convenire con noi
che la soluzione migliore sarebbe un proporzionale alla tedesca come dalla
proposta Maccanico. Solo sulla base di un sistema elettorale proporzionale la
piattaforma dei contenuti politici programmatici presentati alla conferenza
di Milano potrebbero ottenere il riconoscimento ed il successo dovuto. Roma, 22
settembre 2016 |
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